人間の偉大さ


人間の偉大さ


ディーノ・ブッツァーティ 作

ブッツァーティ読書会 訳



 暗い牢獄の扉が開き、髭を生やした小柄な老いぼれを番人たちがその中に放り込んだとき、日はもうすっかり暮れていた。

 老人の髭は真っ白で、ほとんど背丈よりも長かった。牢獄の重苦しい薄暗がりの中でそれがかすかに光り、中にいる悪党どもにある種の印象を与えた。

 しかし暗闇のせいで、老人は初めは、その洞穴のようなところに他に人がいることに気づかずに、尋ねた。

 「誰かいるのか?」

 あざ笑う声やうめき声が返ってきた。そのあと、この場所の作法にのっとって、それぞれが自分を紹介した。

「リッカルドン・マルチェッロ」、しわがれ声が言った、「窃盗常習 」。

 二番目の声は、同じく十分に陰気で、「ベッツェダ・カルメ―ロ、詐欺再犯」次いで、「マルフィ・ルチアーノ、強姦」 「ラヴァターロ・マックス、無罪」

 一斉に大きな笑いが起こった。その冗談は大いに受けた。ラヴァターロはもっとも有名な盗賊の一人であり、血にまみれていたことを皆知っていたからだった。 続いて、さらに、

「エスポジト・エネア、殺人」、その声は誇らしげに震えてい た。

「ムッティローニ・ヴィンチェンツォ」、それは勝ち誇るような調子の声だった、「父親殺し・・・。で お前は? 老いぼれのノミ 野郎 !」

「わしは・・・」、と新参者が答えた、「よくは分からんが、わしを捕まえて、身分証を見せろと求められたが、そんなものは一度も持ったことがないんだ」

「それなら浮浪罪だ、フン」、中の一人がバカにして言った。

「で、お前の名前は?」

「わしは・・・モーロだが、エヘン・・・いつも大モーロと言われている」

「大モーロか、こいつは悪くない」と、よくは見えない奥の方で 一人が言った。

「そんな名前はお前には少しでかすぎる、十倍ほどでかい」

「本当にそうなんだ」と、老人はとても穏やかに言った。「しかし、わしのせいではない。バカにしてこんな名前を押し付けたんだよ、わしにはどうしようもない。それに、面倒な事が起きる。たとえば、かつて・・・しかし話せば長くなるからな・・・」

「さあ、さあ、吐き出せよ」悪党どもの一人が荒っぽく煽った。 「時間ならたっぷりあるぜ」

 皆それに同意した。牢獄の陰気な退屈さの中では、どんな気晴らしでもお祭りだった。

「では」と老人は話し始めた、「ある日、町を歩いていた時のこと、その町の名は言わぬ方がよかろう、ふと見ると、大きなお屋敷があり、召使いたちがありとある神の恵みを担いで門から出入りしていた。祝宴でもあるのだろうと思って、わしは施しをもらおうと、その屋敷に近づいていった。すると、あっという間に身の丈二メートルを超す大男に首根っこをつかまれた。≪こいつは盗人だ≫ と大男は叫んだ。≪きのう、ご主人の鞍飾りを盗んだ泥棒だ。よくもずうずうしく戻ってきたな、今度こそとっちめてやる。≫

 ≪わしが ?≫ と、わしは答えた。≪しかし、わしは、きのうはここから少なくとも三十マイル離れたところにいたのに、そんなことできるのかな ?≫

 ≪お前をこの目で見たんだ、お前が鞍飾りを肩に担いで走っていくのを見たんだ !≫  そして、わしを屋敷の中庭へ引きずって行った。わしはひざまずいて言った。≪きのうは、ここから少なくとも 三十マイル離れたところにいたし、この町に来たのも初めてだ。この大モーロが申します。≫

 ≪なんだと ?≫、その乱暴者は目を丸くして見つめた。 ≪この大モーロが申します≫ そう、わしは繰り返した。逆上していたその男は、突然笑い出した。

 ≪大モーロだと? みんな来てみろ。このシラミ野郎が大モーロと名乗ってるぜ≫、そしてわしに向かって、≪お前は大モーロとは誰か知っているのか?≫

 ≪自分の他には≫と、わしは答えて、≪他には知らん。≫ 

 ≪大モーロとは≫ と、大柄で威圧的な大男が言った。

 ≪わしらのお偉いご主人様に他ならぬ。この乞食野郎がその名前をかたるとは ! ひどい目に会うぞ、だけど、ほら、ご主人が来られた。≫

 そのとおり、叫び声を聞きつけて、その屋敷の主人が自ら中庭まで出てきた。この上もない金持ちの商人だった。その町いちばんの、いや世界でいちばんの金持ち。近寄って来て、わけを尋ね、笑った。わしのようなみすぼらしい貧しい者が自分と同じ名前だということが彼を楽しくさせた。召使いにわしを放すように命じると、中に招き入れ、宝がいっぱい詰まった広間を見せてくれた。金や宝石が山積みになった、厳重に防備を施した部屋にまで連れて行った。そして、食事までさせてくれたうえ、わしに言った。

 ≪こんな事は、おお、私と同じ名前をもつ年老いた物乞いよ、ほんとに異例なことだ。というのも、インドを旅した時、私にも全く同じことがあったからだ。私が市場へ品物を売りに行ったときのことだった。私の持っている珍しい品物を見て、まわりにたちまち人だかりができ、そして、口々に私が何者で、どこから来たのかを尋ねるのだった。

 ‘大モーロだ’ と私は答えた。すると、彼らは険しい顔つきで、“大モーロだと? お前さんの偉大さとはいったい何なんだ、平々凡々たる商人よ? 人間の偉大さは知性にあるのだ。大モーロはただ一人、そして、この町に暮らしている。そのお方は我が国の誇りだ。このペテン師め、お前のホラをわからせてやる。”

 そして、わしを捕らえて縛り上げると、その存在も知らなかったそのモーロのところへ連れて行った。その男は、名高い科学者で、哲学者で、数学者で、天文学者で、占星術師で、まるで神のように崇められていた。幸いすぐに誤解が解けて、彼は笑い出し、わしを自由にさせ、自分の実験室や天体観測所に案内して、すべて自分が作り出したさまざまな装置を見せてくれた。そして、最後にこう言った。

 ≪こんな事は、おお、異国の高貴な商人よ、たいへん異例なことだ。というのも、私がレヴァント島に旅した時に、私にも全く同じことがあったからだ。研究のためにそこの火山の頂上に向けて歩き始めたときのことだった。一団の兵士が異国の服装をした私を怪しんで止め、何者かと尋ねた。私が名前を名乗るや、たちまち鎖をかけられ、町へ引きずって行かれた。“大モーロだと?” “お前の何が偉大なのだ? 哀れな小先生よ? 人間の偉大さは英雄的な武勲にあるのだ。大モーロはただ一人、この島の君主で、陽光に剣をきらめかした最も勇敢な兵士なのだ。その御方は今お前の首をはねさせることになるだろう” こうして、彼らは私をその君主の前に引きずって行った。彼は恐ろしい面構えの男だった。幸いなことに、説明すると、その恐ろしげな武人は、この特異な偶然の一致に笑い出し、私の鎖を解き、豪華な服をくれたうえ、王宮に招き入れて、遠近の島々の全ての民に勝利した輝かしい証拠の品々を見せてくれた。そして、最後にこう言った。

 ≪こんな事は、おお、私と同じ名前を持つ著名な科学者よ、何とも異例なことだ。

 というのも、ヨーロッパと呼ばれるはるかに遠い土地で戦っていた時、私にも同じことがあったからだ。兵隊を率いて森の中を進んでいたとき、粗野な山人たちに出会ったのだが、彼らは私を見て尋ねた。

 “わしらの森のしじまに武器のとどろきを持ち込むお前は、誰だ?”

 “大モーロだ” と私は言った。その名前だけで奴らは吃驚すると思った。ところが、彼らは哀れむようにほほ笑んで言った。

 “大モーロだと? 冗談を言いたいのか、お前のどこが偉大なのだ、虚栄心の強い武人よ? 人間の偉大さは、肉体の慎ましさと、精神の高尚さにあるのだ。大モーロは世界にただ一人であり、そのお方のところへこれから案内してやる、お前さんが人間の真の栄光を 見られるようにな。”

 そして、人里離れた谷あいに私を連れて行った。そこのみすぼらしい小屋には、ぼろをまとって、真っ白の髭を生やした小柄な老人がいたが、自然を眺め神を崇めながら時を過ごしていた。正直に認めるが、いままで私は、このような穏やかで満ち足りた、そしてたぶん幸せな人間を見たことはなかった。しかし私には、本当のこと、人生の道を変えるにはもはや遅すぎた。≫

 これが、レヴァント島の大王が博識の科学者に語り、その科学者が大金持ちの商人に話し、それからまたその商人が、施しを求めて屋敷の前に現れた貧しい老人に言った話だ。みんなモーロという名で、そして、皆がそれぞれの理由で“大”と呼ばれていたんだ。」 さて、老人が話し終えると、暗闇の牢獄の中で、ならず者の一人が尋ねた。

「じゃあ、俺の脳には麻くずがいっぱい詰っているんじゃないとしたら、小屋にいたそのみすぼらしい老人、皆の中で一番偉大なのは、お前さんに他ならないってわけか?」

「ああ、息子たちよ」と、髭の老人は肯定も否定もせずに、つぶやいた。

「人生とは、何ともまか不思議なものだよ !」

 すると、話を聴いていた悪党達はしばらく黙り込んでしまった。というのも、極道の人間にも少なからず考えさせられる何かがあったからである。



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DINO BUZZATI

GRANDEZZA DELL ’ UOMO


Si era fatto già buio quando la porta della buia prigione fu aperta e le guardie scaraventarono dentro un vecchiettino minuscolo e barbuto.

La barba di questo vecchietto era bianca e quasi piú grande di lui. E nella greve penombra del carcere emanava una debole luce, ciò che fece, ai manigoldi chiusi là dentro,una certa impressione.

Ma per via della tenebra il vecchietto sulle prime non si era accorto che in quella specie di spelonca ci fosse altra gente e domandò:

≪ C’è qualcuno? ≫
Gli risposero vari sogghigni e mugolii. Quindi ci furono, secondo l’ etichetta locale, le presentazioni. ≪ Riccardòn Marcello≫ fece una voce roca ≪ furto aggravato.≫ Una seconda voce, pure discretamente cavernosa:
    ≪ Bezzedà Carmelo, recidivo in truffa.≫ E poi:

≪ Marfi Luciano, violenza carnale.≫
    ≪ Lavataro Max, innocente.≫
    Scrosciò una salva di grosse risate. La facezia infatti era piaciuta moltissimo dato che tutti conoscevano Lavataro come uno dei banditi piú famosi e carichi di sangue.

Quindi ancora:
    ≪ Esposito Enea, omicidio ≫ e palpitò nella voce un fremito d’orgoglio.
    ≪ Muttironi Vincenzo≫ il tono era di trionfo

≪parricidio... E tu, vecchia pulce?≫
    ≪ Io...≫ rispose il nuovo venuto ≪precisamente non so. Mi hanno fermato, mi hanno chiesto i documenti, io i documenti non li ho mai avuti. ≫

≪Vagabondaggio, allora,puah! ≫ disse uno con disprezzo.

≪ E il tuo nome?≫

≪ Io... io sono Morro, ehm ehm... detto comunemente il Grande.≫ ≪ Morro il Grande, questa è mica male≫ commentò uno, invisibile,dal fondo. ≪Ti va un po’ largo, un nome simile. Ci stai dentro dieci volte.≫ ≪ Proprio cosí≫ disse il vecchietto con grande mansuetudine.≪Ma la colpa non è mia. Me l’hanno cacciato addosso a scopo di dileggio, questo nome, io non ci posso fare niente. E mi procura delle noie , anche. Per esempio, una volta... ma è una storia troppo lunga...≫

≪ Dài, dài, sputa fuori≫ incitò duramente uno di quei malnati ≪il tempo non ci manca.≫

Tutti approvarono. Nella tetra noia del carcere qualsiasi diversivo era una festa.

≪ Bene≫ il vecchietto raccontò ≪un giorno che giravo per una città che forse è meglio tacere, vedo un grande palazzo con servitori che vanno e vengono dalla porta carichi di ogni ben di Dio. Qui si dà una festa, io penso, e mi avvicino per domandare l’elemosina. Non faccio in tempo che un marcantonio alto due metri mi abbranca per il collo. “Eccolo qui, il ladro” si mette a urlare “il ladro che ieri ha rubato la gualdrappa del nostro padrone. E ha il coraggio anche di tornare. Adesso ti conteremo noi le ossa!” “ Io? ” rispondo. “ Ma se ieri ero almeno a trenta miglia da qui.Come è possibile? ” “ Ti ho visto con queste mie pupille, ti ho visto che te la filavi con la gualdrappa sulle spalle” e mi trascina nel cortile del palazzo. Io mi butto in ginocchio : “ Ieri ero a trenta miglia almeno da qui. In questa città non sono mai stato, parola di Morro il Grande ”. “ Cosa? ” fa l ́energumeno guardandomi con tanto d’occhi.

“ Parola di Morro il Grande ” io ripeto. Quello, da imbufalito che era, improvvisamente scoppia a ridere. ”Morro il Grande?” dice. “Venite, venite a vedere questo pidocchio che dice di chiamarsi Morro il Grande” e a me:“ Ma lo sai chi è Morro il Grande? ”. “Oltre a me ” rispondo “ non conosco nessun altro.” “Morro il Grande” dice il sacripante “ è nientemeno che il nostro eccellentissimo padrone.

E tu, pezzente, osi usurparne il nome! Ora stai fresco. Ma eccolo qua che viene.”

“ Proprio cosí. Richiamato dalle grida, il padrone del palazzo era sceso personalmente nel cortile. Un mercante ricchissimo, l’uomo piú ricco di tutta la città, forse del mondo. Si avvicina, domanda, guarda, ride, l’idea che un poveraccio come me porti il suo stesso nome, lo esilara. Ordina al servo di lasciarmi, mi invita a entrare, mi fa vedere tutte le sale piene zeppe di tesori, mi conduce perfino in una stanza corazzata dove ci erano mucchi cosí d’oro e di gemme, mi fa dar da mangiare e poi mi dice:

≪”Questo caso, o vecchio mendico che porti un nome uguale al mio, è tanto piú straordinario perché anche a me, durante un viaggio in India, è capitata la stessa identica cosa. Ero andato al mercato per vendere e subito, vedendo le preziose cose che
portavo , si erano fatti intorno in molti a chiedermi chi ero e da dove venivo. ‘ Mi chiamo Morro il Grande’ io rispondo. E quelli, con la faccia scura: ‘ Morro il Grande? Che grandezza può essere mai la tua, volgarissimo mercante? La grandezza dell’uomo sta nell’intelletto. Di Morro il Grande ce ne è uno solo, e vive in questa città. Egli è l’orgoglio del nostro Paese e tu, briccone, ora gli renderai conto della tua millanteria’. Mi prendono, mi legano e mi conducono da questo Morro di cui ignoravo l’esistenza. Era un famosissimo scienziato, filosofo, matematico, astronomo ed astrologo, venerato quasi come un dio. Per fortuna lui ha capito subito l’equivoco, si è messo a ridere, mi ha fatto liberare, poi mi ha condotto a visitare il suo laboratorio, la sua specola, i suoi meravigliosi strumenti tutti costruiti da lui. E infine ha detto:

≪ ”Questo caso, o nobile mercante straniero, è tanto piú straordinario perché anche a me, durante un viaggio nelle Isole del Levante, è capitata la stessa identica cosa.

Mi ero colà incamminato verso la cima di un vulcano che intendevo studiare, quando un gruppo di armigeri, insospettiti dai miei abiti stranieri, mi fermarono per sapere chi fossi. E avevo appena fatto in tempo a pronunciare il mio nome che mi caricarono di catene, trascinandomi verso la città. ‘Morro il Grande? mi dicevano ‘ che grandezza mai può essere la tua, miserabile maestrucolo? La grandezza dell’uomo sta nelle gesta eroiche. Di Morro il Grande ne esiste uno solo. È il signore di questa isola, il piú valoroso guerriero che abbia mai fatto balenare la sua spada al sole. E ora ti farà decapitare.’ Mi condussero infatti alla presenza del loro monarca che era un uomo dall’aspetto terribile. Per fortuna riuscii a spiegarmi e lo spaventoso guerriero si mise a ridere per la singolare combinazione, mi fece togliere le catene, mi donò ricche vesti, mi invitò a entrare nella reggia e ad ammirare le splendide testimonianze delle sue vittorie su tutti i popoli delle isole vicine e lontane. Infine mi disse:

≪ ”Questo caso, o illustre scienziato che porti il medesimo mio nome, è tanto piú straordinario perchè anche a me, quando ero a combattere nella lontanissima terra denominata Europa, capitò la stessa identica cosa. Avanzavo infatti con i miei armati per una foresta quando mi si fecero incontro dei rozzi montanari che mi chiesero: ‘Chi sei tu che porti tanto fragore d’armi nel silenzio delle nostre selve? ’.

E io dissi: ‘Sono Morro il Grande’ e pensavo che al solo nome sbigottissero. Invece quelli ebbero un sorriso di commiserazione, dicendo: ‘Morro il Grande? Tu vuoi scherzare. Che grandezza mai può essere la tua, vanaglorioso armigero?

La grandezza dell’ uomo sta nell’umiltà della carne e nell’elevazione dello spirito.

Di Morro il Grande ce n’è al mondo uno solo e adesso ti condurremo da lui affinché tu veda la vera gloria dell’uomo’. Infatti mi guidarono in una solitaria valletta e qui in una misera capanna stava, vestito di cenci, un vecchietto dalla barba candida, che passava il tempo, mi disscro, contemplando la natura e adorando Dio; e onestamente devo ammettere che non avevo mai visto un essere umano piú sereno, contento e probabilmente felice, ma per me in verità era ormai troppo tardi per cambiare strada.” ≪Questo aveva raccontato il potente re dell’isola al sapiente scienziato e lo scienziato poi lo aveva narrato al ricchissimo mercante e il mercante l’aveva detto al povero vecchietto presentatosi al suo palazzo per chiedere la carità. E tutti si chiamavano Morro e tutti, chi per una ragione o per l’altra,erano stati denominati grandi.≫

Ora, nel tenebroso carcere, avendo il vecchietto finito la sua storia, uno di quei furfanti domandò:

≪E cosí, se il mio cranio non è pieno di stoppa, quel dannato vecchietto della capanna, il piú grande di tutti, non saresti altro che tu?≫

≪Eh, cari figlioli≫ mormorò il barba senza rispondere né sí né no ≪è una cosa ben buffa la vita! ≫

Allora per qualche istante i manigoldi che lo avevano ascoltato, tacquero, perché anche agli uomini piú sciagurati certe cose danno parecchio a pensare.


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