幕末のイタリア人


幕末のイタリア人:ピエトロ・サヴィオ(1839~1904)               テレサ・チャッパローニ・ラ・ロッカ



Italiani nel bakumatsu: Pietro Savio (1839-1904)           

Teresa Ciapparoni La Rocca



 A metà Ottocento l’allevamento dei bachi da seta va in crisi in Europa: una malattia uccide le larve dei bruchi da seta che non producono più bozzoli e quindi si blocca l’attività sericola, prima in Francia e poi in Italia. Allora i semai, ovvero i commercianti di seme bachi, i bozzoli, vanno nel mondo per cercare negli altri paesi larve sane. Dopo diversi paesi del Medio Oriente e poi la Cina, l’unico paese dove ottengono ciò che desiderano è il Giappone. É per questo che il governo del neo costituito Regno d’Italia decide di seguire l’esempio di altri stati europei e stipula con il Giappone un Trattato di Amicizia e Commercio, estate 1866. L’anno seguente arriva in sede, stabilendosi a Yokohama, il primo rappresentante italiano, Vittorio Sallier de La Tour, ma anche prima di lui tanti semai si erano recati nel paese cercando protezione, in mancanza di diplomatici italiani, sotto l’ala della Francia. Ora però si crea un significativo flusso di commercianti che, soprattutto, giungono ad inizio estate per andarsene con gli acquisti fatti in autunno e per loro si stabilisce oltre alla Legazione, interessata agli aspetti politici, anche un Consolato che tratti questa materia.

 Su una nave che porta in Giappone il primo Console d’Italia nelle terre del Sol Levante, Cristoforo Robecchi (1821-1891) partito per suo conto viaggia anche un giovane commerciante alessandrino: Pietro Savio. 

 Stando alle sue memorie è partito per una delusione d’amore, mentre chi lo dovrebbe accogliere, un semaio cooncittadino, teme sia invece un possibile concorrente nel commercio e quindi ignora la lettera di raccomandazione. La sua fortuna: Robecchi, che ne aveva apprezzato la compagnia in viaggio, gli offre di lavorare per lui in Consolato e Savio inizia una vita ricca di emozioni. Nato in Piemonte dove il francese era lingua franca, apprende da Robecchi l’inglese, così necessario per comunicare a Yokohama dove l’idioma anglofono la fa da padrone, e dall’interprete in ufficio il giapponese. Le sedi di Legazione e Consolato sono inizialmente vicine nello stesso giardino e così Savio viene apprezzato anche dal Ministro, che gli affida la protezione della moglie per le cavalcate con cui Mathilde si diverte e, alla fine, lo chiama in servizio in Legazione. La sua conoscenza delle lingue lo rende utile, ma direi indispensabile, perché riesce anche a sbrigare attività formali con i giapponesi venendo accreditato presso di loro come Cancelliere. Poi Sallier lo invia in rappresentanza dell’Italia a presenziare all’esecuzione, un suicidio compiuto con il rito tradizionale del seppuku (meglio noto da noi come harakiri), di un ufficiale xenofobo che aveva comandato un attacco contro i rappresentanti stranieri nei dintorni di Osaka. Episodio famoso perché il rappresentante inglese, Mitford, lo ha narrato in un suo libro: Tales of Old Japan

 Savio collabora fattivamente con Sallier nel preparare la visita nelle zone sericole all’interno del paese, zone vietate ai comuni visitatori ma aperte dall’accordo tra i due  paesi ai rappresentanti diplomatici. Realizzata, la missione è un evento ma suscita molta ostilità da parte delle altre potenze che non accettano facilmente l’iniziativa italiana e si affrettano a sminuirne l’importanza, ma criticata anche dai moltissimi semai che non avevano potuto partecipare. Responsabilità dunque e onori, come l’essere invitato agli eventi organizzati da m.me Sallier in cui si ritrovava, come scrive: «slanciato con mio stupore nella più eletta società di Yokohama», maturando conoscenze ed esperienza che lo aiuteranno nei suoi futuri viaggi nel mondo. Ma il posto da lui occupato viene presto ricoperto da un diplomatico inviato dall’Italia e allora entra nel commercio di seme bachi, dove la missione nelle zone sericole fatta con Sallier viene messa a frutto.

 Ma le persone conosciute nel vecchio ruolo istituzionale, durante un periodo di grandi difficoltà in cui la solidarietà aveva prevalso sui differenti spiriti nazionali, restano amiche. I francesi, in particolare, con cui l’aiuta la buona conoscenza della lingua e l’essere piemontese come la casa reale: incontrati nei paesi delle colonie - loro sì diplomatici - lo mettono in contatto con le  autorità : a Saigon conosce degli amministratori, fra cui un certo Raoul Barbier «che amava molto il gioco le donne e lo champagne». Viveur che ritroviamo citato nella biografia di Renoir, scritta dal figlio, e altrove nei diari, quindi forse frequentato anche a Parigi, dove condivide esperienze della loro classe d’élite con i conti de Béarn  e de Montebello, questi incontrato anche in giro per il mondo nelle sedi dove era in servizio


 Sino al 1882 compie viaggi annuali per l’acquisto e il trasporto del seme bachi dal Giappone da dove, siamo in pieno japonisme, porta anche oggetti che animano il mercato d’arte. Dall’Asia, che attraversa nei viaggi i lavoro, porta a Vittorio Emanuele II animali esotici per le riserve di caccia reali: fagiani, cervi, persino una tigre, e il re lo ricompensa anche con l’onorificènza motu proprio di cavaliere. Molti dei presenti a Yokohama, italiani e stranieri, quali rappresentanti austriaci o spagnoli, erano iscritti alla Società Geografica Italiana, fondata proprio allora, e anche lui ne diviene membro nel 1871 ed è occasione per prestare nel 1881 alla mostra annessa al 3° Congresso Geografico Internazionale quattro mappe giapponesi. La famiglia possiede magazzini di casalinghi, rientrando definitivamente ad Alessandria Savio espande l’attività commerciale aprendo una fabbrica di mobili in ferro ma appena può lascia il comando a un nipote e godendo del benessere creato gira il mondo, come ai tempi dell’avventura giapponese quando ogni volta seguiva un tragitto diverso per arrivare a Yokohama: verso gli USA o lungo le sponde asiatiche. Si muove come allora soprattutto in nave: Norvegia, Mediterraneo, Australia, Africa, Sud America, e vive a bordo una intensa vita sociale ma anche i pericoli che allora più di oggi si correvano per mare: c’è una sua foto mentre attende soccorsi dopo un naufragio nel Mediterraneo, forse per questo finito bene. In Uruguay ha occasione di sentire la nostalgia del Giappone: si trova per caso in viaggio in treno con l’inviato giapponese che si sta recando a preparare un Trattato con l’Argentina e una volta a Buenos Aires (1897) gli fa per qualche giorno da segretario, partecipando ad incontri, balli, escursioni, rivivendo così giorni lontani di attività diplomatica. 

 Muore nella sua città natale senza eredi diretti e la sua memoria scompare assorbita nel nome della ditta di famiglia, sino alla scoperta dei diari.



   Per saperne di più:

Teresa Ciapparoni La Rocca

- “ I viaggi di Pietro Savio (1838-1904)” in: Atti del convegno bilaterale italo-giapponese "Italiani nel Giappone Meiji", a cura di Teresa Ciapparoni La Rocca, Pierfrancesco Fedi e Maria Teresa Lucidi, Roma, Centro Stampa Ateneo [Sapienza Università di Roma], 2007, pp. 96-105.

Teresa Ciapparoni La Rocca

- Cav. Pietro Savio di Alessandria: Giappone e altri viaggi, Roma, S.G.I., pp. 422. Segnalato al Premio Internazionale Cultura del Viaggio-sezione per la critica, Moncalieri 2013. ISBN 978-88-88692-71-5. 

Teresa Ciapparoni La Rocca

- “Pietro Savio” in: Seta: il filo d’oro che unì il Piemonte al Giappone, catalogo della Mostra, Racconigi (Cuneo), 14 settembre/20 novembre 2018, a cura di Teresa Ciapparoni La Rocca, Milano, Silvana Editoriale, 2018, pp. 58-61.  ISBN 9788836641215. 

  

           

幕末のイタリア人:ピエトロ・サヴィオ(1839~1904)

テレサ・チャッパローニ・ラ・ロッカ


 19世紀半ば、ヨーロッパでは養蚕が危機に陥り、新しく成立したイタリア王国も蚕の幼虫を求めて日本と通商条約を締結することとなった。翌年の1867年、日本へ向かう初代イタリア領事ロベッキの船にはピエトロ・サヴィオも同船していた。領事に評価されたサヴィオは横浜にある領事館で秘書として働くこととなり、英語や日本語の修得に励み、隣接する公使館では公文書記録係に任命された。その間、外国人排斥の運動をした日本人将校の切腹(ハラキリ)に立ち会ったりした。

 辞職後、彼はイタリア国の支援のもと日本の養蚕地帯を見学する旅行に参加したほか、産卵貿易に参入した。そして、その貿易のなかでヨーロッパのジャポニズム美術市場を活気づける品物をもたらしたり、アジアの珍しい動物を国王に献上し騎士勲章を授与される。また、イタリア地理協会の会員となった彼は国際地理学会に属する展覧会には日本地図を貸出すこともした。

 その後、彼は一旦、故郷のピエモント州アレッサンドリアに戻り家具工場を建設し商売を拡大したが、その経営をすぐに甥に任せ自らは世界中を旅した。

その間、日本の特使の秘書などもしている。

 最終的には、故郷に帰り、直系の相続人がいないまま亡くなったが、彼の日記が発見されるまでは彼の歩んだ道は分からないままだった。

                (要約:稲垣豊典)



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